6 cose che avrei voluto sapere prima di aprire un blog


Quello che avrei voluto sapere prima di aprire un blog

Sommario

  1. Perché ho deciso di aprire un blog (e perché non l’ho fatto prima)

  2. Il falso mito del “basta scrivere”

  3. Le (tante) cose che non ti dice nessuno

  4. Strumenti che mi hanno salvato la vita da blogger

  5. Cosa avrei fatto in modo diverso

  6. Conclusioni sincere (e un paio di consigli caldi caldi)


 

1. L’idea romantica del blog… e la realtà

Quando ho deciso di aprire un blog, ero pieno di entusiasmo. L’idea era semplice (almeno in teoria): scrivere articoli sinceri, condividere quello che sapevo, costruire una community. Immaginavo me stesso con una tazza di caffè, il laptop sulle gambe, e parole che scorrevano leggere come acqua. Quello che non sapevo è che, dietro ogni post ben scritto, ci sono ore di lavoro invisibile.

Ti sarà capitato di leggere storie tipo “Con il mio blog guadagno mentre dormo” oppure “Come ho mollato il mio lavoro e vivo scrivendo online”. Ecco, spoiler: nessuno racconta il prima. Nessuno ti dice quanto tempo ci vuole, quanti tentativi falliti, quanti articoli letti in silenzio, senza nemmeno un like.

Quello che avrei voluto sapere, sinceramente, è che:

  • La passione è solo il punto di partenza.

  • La costanza batte l’ispirazione.

  • E scrivere online è un lavoro vero. Con tanto di competenze tecniche, strategia e una buona dose di frustrazione.

Le domande che non mi sono fatto all’inizio

Aprire un blog è semplice, mantenerlo vivo è tutta un’altra cosa. Se tornassi indietro, mi farei queste domande:

  • Perché sto aprendo un blog? Per esprimermi, per creare un business, per aiutare qualcuno?

  • Quanto tempo posso dedicarci realisticamente ogni settimana?

  • Ho qualcosa di davvero utile da offrire?

Rispondere con onestà può aiutarti a costruire un blog intenzionale, non solo entusiasta.

Le basi da cui partire

Se stai pensando di aprire un blog (o l’hai appena fatto), ecco cosa ti consiglio davvero di leggere prima di iniziare:

Questi articoli ti offrono uno sguardo pratico e onesto su ciò che ti aspetta.

Un piccolo avvertimento

Se pensi che basti scrivere per avere successo, sappi che scrivere è solo la punta dell’iceberg. Il blog è un ecosistema: devi conoscere la SEO, i tool giusti, i tuoi lettori, e imparare a comunicare bene, anche quando nessuno ti risponde.

Ma ehi, niente panico: sei in buona compagnia. Se sei qui a leggere questo articolo, significa che hai già una marcia in più. Stai cercando di fare le cose con consapevolezza. E questo è il miglior punto di partenza possibile.


 

2. Scrivere non basta: la grande bugia romantica del blogging

Se c’è una cosa che mi ha colto di sorpresa, è questa: scrivere bene non è sufficiente per far crescere un blog. E lo dico con un certo rammarico, perché sono una di quelle persone che amano scrivere da sempre.

Quando ho pubblicato il mio primo articolo, l’ho riletto dieci volte. Lo sentivo vero, curato, persino ispirato. Poi l’ho condiviso sui social. Risultato? Tre visualizzazioni: io, mia madre e il mio miglior amico. È lì che ho capito che scrivere è solo una parte del lavoro.

Il blogging è un mix di ruoli

Aprire un blog è come avviare una micro-impresa. E indovina chi è il team? Tu. Dovrai essere:

  • Copywriter: per scrivere testi chiari e coinvolgenti.

  • SEO specialist: per ottimizzare ogni contenuto.

  • Social media manager: per far conoscere i tuoi post.

  • Grafico: anche solo per fare un’immagine decente in copertina.

  • Analista: per capire cosa funziona e cosa no.

E se tutto questo ti sembra troppo, non scoraggiarti. Non devi diventare esperto in tutto subito. Ma sappi che scrivere è solo una delle frecce al tuo arco.

SEO: il tuo alleato invisibile

Una delle scoperte più importanti è stata la SEO. Non solo per comparire su Google, ma per capire davvero cosa cercano le persone. La SEO mi ha insegnato a non scrivere solo quello che “mi andava”, ma quello che poteva davvero servire a qualcuno.

Ecco alcune risorse che mi hanno cambiato la visione del blogging:

Ti consiglio anche di provare strumenti come Ubersuggest o Surfer SEO per capire su quali keyword puntare e come scrivere articoli che abbiano visibilità.

Un errore comune: scrivere per sé stessi

Per mesi ho scritto quello che mi veniva spontaneo, come se fosse un diario personale. E va benissimo, se il tuo obiettivo è esprimerti. Ma se vuoi che il tuo blog cresca e raggiunga le persone, devi fare un passaggio chiave: scrivere per gli altri.

Una domanda che mi ha aiutato è questa:

“Questa informazione risponde a un bisogno reale del mio lettore?”

Scrivere articoli che risolvono un problema, spiegano qualcosa, o danno ispirazione reale è ciò che trasforma un blog in uno strumento potente.

Promuovere è parte del lavoro

Altro aspetto che avrei voluto sapere? La promozione è il 50% del blogging. Non puoi scrivere e aspettare che le persone arrivino da sole. Devi essere proattivo:

  • Condividi i tuoi contenuti nei gruppi Facebook pertinenti.

  • Rispondi alle domande su Quora o Reddit.

  • Interagisci con altri blogger del tuo settore.

  • Crea una newsletter (anche piccola!) per coinvolgere chi ti segue.

Se vuoi approfondire, ti consiglio di leggere questa guida di Backlinko su come promuovere un blog post.


3. Le (tante) cose che non ti dice nessuno

Quando inizi un blog, tutti ti incoraggiano. “Vai! È il tuo spazio personale!” oppure “Sei bravissimo a scrivere, apri un blog!”. Ma pochi ti parlano del dietro le quinte. Di tutte le fatiche non dette che accompagnano questo percorso. E allora te lo dico io, con tutto il cuore: ci sono cose che nessuno ti dice, ma che è meglio sapere fin da subito.

Scrivere richiede energia mentale (anche quando non ne hai)

Uno degli aspetti più sottovalutati del blogging è la fatica mentale. Scrivere richiede concentrazione, tempo, presenza. E quando hai una giornata storta, o la mente piena di pensieri, sederti a scrivere può sembrare una salita ripidissima.

C’è una differenza enorme tra scrivere quando ne hai voglia e scrivere con costanza. Il secondo caso richiede disciplina. È il lato meno romantico della scrittura, ma quello che davvero fa crescere un blog.

Il tempo sembra non bastare mai

Quando lavori da solo al tuo progetto, il tempo si dilata e si restringe come una fisarmonica impazzita. Un giorno riesci a scrivere 2000 parole in un’ora, il giorno dopo ci metti due ore per fare l’introduzione. E tutto questo… mentre magari hai anche un altro lavoro, una famiglia, una vita.

Una lezione preziosa? Imparare a usare strumenti per organizzare il lavoro. Io mi sono salvato con:

  • Notion: il mio secondo cervello. Lo uso per tenere traccia delle idee, programmare gli articoli e creare il mio calendario editoriale.

  • Trello: ottimo per tenere tutto in ordine quando i progetti iniziano a moltiplicarsi.

  • Todoist: semplice, ma potente. Ti aiuta a non dimenticare nulla.

L’ispirazione non sempre arriva

Ti è mai capitato di sederti al computer e fissare lo schermo in bianco? A me sì. Più volte. E più cercavo di “costringere” l’ispirazione, meno si faceva vedere.

Quello che ho capito è che l’ispirazione va coltivata. Come? Leggendo, ascoltando podcast, guardando cosa scrivono gli altri (senza invidia), facendo lunghe passeggiate.

Un esercizio utile: ogni volta che ti viene in mente un’idea per un post, anche minima, scrivila subito. Usa una nota sul telefono, una pagina in Notion o carta e penna. Quelle idee spesso tornano utili nei momenti di buio creativo.

Il confronto può essere tossico (se non lo gestisci)

Guardare gli altri blogger è inevitabile. Ma confrontarsi troppo spesso può diventare un peso. Ci sarà sempre qualcuno che ha più traffico, più commenti, un design migliore o articoli più virali. Ma quella è la loro fase. Tu sei nella tua.

Ricorda: ogni blog ha il suo tempo. L’importante è continuare a muoversi, anche lentamente. La costanza vince la velocità, sempre.

Il blog non cresce da solo

Questo può sembrare ovvio, ma quando sei all’inizio ti sorprende: il blog non cresce solo perché tu stai lavorando sodo. Devi imparare anche a farlo conoscere.

Ecco qualche azione concreta che mi ha aiutato:

  • Iscrivermi a gruppi Facebook come Blogger Italiani e partecipare attivamente.

  • Commentare blog di altri, con interventi sinceri e costruttivi.

  • Pubblicare sui social contenuti nativi, non solo link agli articoli.

  • Creare una piccola mailing list con MailerLite per restare in contatto con chi mi legge.


 

4. Gli strumenti che avrei voluto conoscere prima

Te lo dico con sincerità: ci ho messo troppo tempo a scoprire certi strumenti. Per mesi ho fatto tutto “a mano”: scrivevo gli articoli su Word, salvavo le immagini sul desktop, pubblicavo sui social con copia-incolla. Poi ho scoperto che il mondo è pieno di strumenti gratuiti e facili da usare che ti fanno risparmiare tempo, fatica e frustrazione.

Te li elenco con spiegazione breve e link. Sono tutti strumenti che ho provato davvero. Nessuna lista “a caso”.

Scrittura & organizzazione dei contenuti

  • Notion: perfetto per creare un sistema editoriale personalizzato. Ci organizzo tutto: idee, calendario, articoli in stesura, checklist SEO.

  • Google Docs: semplice, accessibile ovunque. Ottimo per scrivere in mobilità o condividere bozze.

  • Hemingway Editor: ti aiuta a scrivere testi più chiari. Evidenzia frasi troppo lunghe o passive. Una manna per chi tende a complicarsi.

SEO (senza impazzire)

  • Ubersuggest: per trovare parole chiave, analizzare concorrenti e scoprire cosa cercano le persone.

  • Google Trends: per capire quali argomenti sono veramente cercati in quel momento.

  • Rank Math: un plugin WordPress per gestire SEO on-page in modo intuitivo. Alternativa a Yoast, più snella e potente.

Grafica & immagini (anche se non sei un designer)

  • Canva: se non lo conosci ancora, ti cambierà la vita. Puoi creare banner, infografiche, pin per Pinterest, anteprime social. Ha modelli già pronti.

  • Unsplash: archivio gratuito di foto bellissime. Perfetto per immagini blog.

  • Remove.bg: per rimuovere lo sfondo dalle immagini in un click. Ideale per fare collage o grafiche con elementi a sé.

Email marketing

Se vuoi costruire una community, prima o poi ti servirà una newsletter. Fidati: l’email resta il canale più efficace per comunicare con chi ti segue.

  • MailerLite: semplice, intuitivo, con automazioni anche nel piano gratuito.

  • ConvertKit: ottimo per chi ha un blog personale o vende contenuti. Ha landing page, tag, funnel.

  • Brevo (ex Sendinblue): buona alternativa europea, con strumenti avanzati anche nel piano base.

Programmazione social

Condividere gli articoli manualmente ogni volta? Follia. Puoi automatizzare tutto.

  • Buffer: pubblichi su più social con un solo click.

  • Later: ottimo per Instagram e Pinterest, con anteprime visive del feed.

  • Publer: per me, uno dei più completi. Ha piani gratuiti, funziona su tutti i canali, consente di riciclare i post.

Analisi e crescita

  • Google Analytics: fondamentale per sapere chi ti legge, quando, da dove e perché se ne va.

  • Hotjar: ti mostra le mappe di calore del tuo sito, cioè dove le persone cliccano o si fermano. Incredibilmente utile per capire cosa funziona.

Plugin

WordPress (se usi WP)

  • Elementor: un page builder drag & drop per creare pagine belle e funzionali senza codice.

  • WP Rocket: velocizza il sito, migliora la SEO. Fa cache, minifica CSS e JS. Ti cambia la vita (e il ranking).

  • UpdraftPlus: per fare backup automatici. Ti salverà quando succederà un disastro (perché succederà, fidati).

Ma servono tutti questi tool?

Assolutamente no. Ma sapere quali esistono ti dà potere decisionale. Parti da quelli essenziali, poi pian piano costruisci il tuo kit.

Quello che avrei voluto sapere? Che non devo fare tutto da solo. Gli strumenti giusti ti fanno lavorare meglio, non di più. Non è pigrizia: è strategia.

 


5. Guadagnare con un blog: tra aspettative e realtà

La prima cosa che pensi quando apri un blog è:

“Un giorno ci guadagnerò qualcosa”.

E ci sta. È legittimo. Anzi, è giusto che un’attività che richiede tempo, passione e competenze venga riconosciuta anche economicamente. Ma se c’è una cosa che avrei voluto sapere, è questa:

I guadagni non arrivano subito. E soprattutto, non arrivano da soli.

Il primo euro è il più difficile

Se ti aspetti di guadagnare 1000 euro al mese dopo tre post e qualche condivisione su Instagram, fermati un secondo. Non è così che funziona. Il primo euro, quello iniziale, quello che ti dimostra che è possibile, è spesso il più difficile da ottenere. Ma anche il più motivante.

Il segreto? Monetizzare in modo coerente con il tuo contenuto e i tuoi valori.

I metodi principali per monetizzare un blog

Ecco quelli che ho testato personalmente o che ho visto funzionare davvero, con link utili per approfondire o iscriverti subito.

1. Affiliazioni

Il metodo più diretto. Parli di un prodotto o servizio che conosci e consigli, e guadagni una percentuale se qualcuno acquista tramite il tuo link.

Esempi di piattaforme:

  • Amazon Partner: ottimo punto di partenza, anche se le commissioni sono basse.

  • Awin: tantissimi brand italiani e internazionali, perfetto per blog lifestyle, travel o tech.

  • ConvertKit Affiliate: se consigli tool per blogger, questa è una delle affiliazioni più trasparenti e ben pagate.

  • Canva Pro: se scrivi su contenuti visivi, è uno dei migliori programmi.

  • MailerLite Affiliate: guadagni ogni volta che qualcuno si iscrive a uno dei migliori tool email.

🔗 Vuoi una lista completa dei migliori programmi affiliati per blogger? La trovi qui.

2. Banner pubblicitari

Una volta che il tuo traffico cresce, puoi inserire annunci nel tuo blog tramite:

  • Google AdSense: il più famoso, ma paga poco se hai poco traffico.

  • Ezoic: adatto da circa 10.000 visualizzazioni mensili, ottimizza gli spazi in automatico.

  • Mediavine: il sogno di ogni blogger, ma servono almeno 50.000 sessioni/mese.

⚠️ Consiglio personale: non iniziare con troppi banner. Possono infastidire i lettori, rallentare il sito e penalizzarti lato SEO.

3. Vendita di prodotti digitali

Un altro passo naturale: creare e vendere risorse utili per il tuo pubblico. Parliamo di:

  • Ebook

  • Template

  • Mini corsi

  • Checklist, planner, workbook

Strumenti consigliati:

Esempio reale: se hai un blog sul minimalismo, potresti creare un Planner per semplificare la casa in 30 giorni. E venderlo anche solo a 5€.

4. Collaborazioni e sponsored post

Quando il tuo blog acquista autorevolezza, possono arrivare collaborazioni con brand. Ti pagano per scrivere articoli, recensioni o contenuti sponsorizzati.

Piattaforme utili per iniziare:

Importante: specifica sempre quando un contenuto è sponsorizzato. La trasparenza è fondamentale, anche per la tua reputazione.

Il mindset giusto per monetizzare

Il blogging non è un modo per fare soldi facili. È un percorso, e come ogni percorso ha bisogno di:

  • Tempo

  • Formazione

  • Costanza

  • Cura verso chi ti legge

Quello che avrei voluto sapere? Che i guadagni arrivano quando smetti di cercare scorciatoie e inizi a offrire vero valore. Quando le persone si fidano di te, di quello che consigli, di quello che scrivi… allora sì, cominciano anche a supportarti economicamente.

 

6. Il blog mi ha cambiato: ecco cosa ho capito davvero

Sembra retorico, ma aprire un blog è stato uno dei gesti più trasformativi che abbia fatto nella mia vita. Non solo perché ho imparato a scrivere meglio, o perché sono riuscito a monetizzare qualcosa. Ma perché mi ha messo davanti a me stesso, giorno dopo giorno.

Ecco le lezioni che porto con me, che avrei voluto sapere prima, e che forse possono esserti utili.

1. Scrivere è un atto di ascolto (prima ancora che di espressione)

Pensavo che scrivere fosse un modo per dire la mia. Ma col tempo ho capito che prima ancora è un modo per ascoltare. Te stesso, le tue emozioni, i dubbi delle persone che ti leggono, le domande che nessuno fa.

Un blog ti obbliga a fare i conti con il silenzio prima della parola. Con quel vuoto creativo che, se lo abbracci, ti fa crescere come autore e come persona.

2. La costanza è più forte del talento

Sì, puoi essere il nuovo Calvino, ma se pubblichi una volta ogni tre mesi senza criterio, nessuno ti noterà. Ho imparato che la costanza batte il talento, sempre. Anche quando sei stanco. Anche quando pensi che nessuno ti legga. Anche quando Google ti ignora.

E sai qual è il segreto? Fare pace con l’idea che non tutto quello che scrivi sarà memorabile, ma ogni post è un mattoncino. Ogni mattoncino costruisce la tua autorevolezza.

3. Il blog è anche solitudine, e va bene così

Non te lo dice nessuno, ma bloggare può essere solitario. Passi ore a cercare le parole giuste, a limare titoli, a cercare immagini. Non ci sono applausi immediati, né like come sui social. È uno spazio più lento, più riflessivo.

Ma proprio per questo ha un valore profondo. Ti permette di creare un luogo tuo, dove puoi essere autentico, senza dover urlare per farti sentire.

4. Le connessioni vere nascono nel tempo

All’inizio ti sembrerà di scrivere nel vuoto. Poi, piano piano, qualcuno ti scriverà. Un commento, una mail, un “grazie per quello che hai scritto”. E in quei momenti capisci che stai costruendo qualcosa che va oltre il contenuto.

Il blog ti mette in contatto con persone che sentono le tue stesse emozioni, che si fidano di te. È una relazione vera. Non è solo numeri o visite: è umanità condivisa.

5. Può davvero cambiarti la vita

Non esagero. Il mio blog mi ha aperto a collaborazioni, clienti, conoscenze, occasioni che non immaginavo. Ma ancora di più, mi ha aiutato a capire chi sono davvero.

Mi ha fatto scoprire una voce che avevo sempre dentro, ma che non avevo mai avuto il coraggio di ascoltare. Ecco, forse questa è la cosa che più avrei voluto sapere:

Un blog non è solo uno spazio digitale.
È un viaggio interiore. E se glielo permetti, ti porta più lontano di quanto credi.

Conclusioni

Se stai per aprire un blog, o l’hai appena aperto, voglio lasciarti con questo pensiero sincero:
Non sarà sempre facile. Ma sarà profondamente tuo.

E se lo nutri con cura, autenticità e pazienza, ti sorprenderà. Forse non subito, forse non nel modo che ti aspettavi, ma il tuo blog troverà la sua strada. E con lui, tu troverai un po’ di più la tua.

 

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