- Blog, SEO, Strategie
- Aprile 14, 2025
- AndreaDF
Come scrivere titoli che attraggono click in 5 step: La Guida Completa
Guida completa alla creazione di titoli persuasivi, SEO-friendly e ad alto impatto
Sommario
Perché il titolo è il punto di svolta del contenuto
Cosa rende un titolo irresistibile: analisi tecnica e psicologica
Il potere delle emozioni nei titoli e come usarlo bene
Le formule vincenti dei copywriter: esempi e applicazioni
SEO e titoli: come coniugare Google e il lettore
Capitolo 1 – Perché il titolo è il punto di svolta del contenuto
Il titolo è, senza alcuna esagerazione, l’elemento più importante di un contenuto online. Non è una semplice introduzione: è un ponte, una promessa e un filtro. In un’epoca dominata da feed infiniti, notifiche insistenti e contenuti lampo, il titolo è l’unica possibilità che abbiamo di fermare l’attenzione dell’utente e invitarlo a leggere.
Il titolo come selezione naturale
Immagina una classica ricerca su Google. Una persona digita una domanda, e davanti a sé ha 10 link. Quale cliccherà? Quello che promette la risposta più chiara, utile o interessante. E questa promessa è tutta nel titolo.
Lo stesso vale per un feed social, una newsletter, una notifica push. Il titolo è ciò che decide se l’utente si ferma o passa oltre.
Non a caso, molti copywriter dedicano fino al 40% del tempo alla scrittura del titolo. Un contenuto eccellente ma con un titolo mediocre può passare inosservato. Al contrario, un titolo potente può rendere virale anche un contenuto medio.
Le tre funzioni essenziali di un titolo efficace
Un titolo davvero funzionale deve fare almeno tre cose:
Catturare l’attenzione
Deve risaltare rispetto a tutto ciò che lo circonda.Comunicare il beneficio
L’utente deve capire subito cosa ci guadagna.Stimolare curiosità o urgenza
Deve accendere il desiderio di sapere di più.
Prendiamo un esempio concreto:
Come guadagnare scrivendo online senza esperienza (in meno di 2 ore al giorno)
Questo titolo funziona perché:
Parla di un obiettivo concreto (guadagnare)
Offre una rassicurazione (non serve esperienza)
È specifico e realistico (meno di 2 ore al giorno)
Tutti elementi che rendono la frase cliccabile e umana.
I numeri non mentono: perché il titolo conta davvero
Ecco alcuni dati che dimostrano l’importanza cruciale del titolo:
L’80% delle persone legge solo il titolo e non il contenuto.
I titoli con numeri ottengono fino al 36% di click in più, secondo HubSpot.
I titoli che trasmettono una promessa o un risultato chiaro generano CTR (Click-Through Rate) significativamente più alti, come evidenziato in uno studio congiunto di Outbrain e HubSpot.
In altre parole, il titolo è il cuore pulsante del contenuto.
Il titolo non è un dettaglio: è parte della strategia
Molti trattano il titolo come un’aggiunta finale, da scrivere velocemente. In realtà, è un elemento fondamentale della strategia di comunicazione.
Dal titolo si può (e si dovrebbe) partire per definire:
Il pubblico target
L’intento di ricerca, se lavoriamo in ottica SEO
Il tono di voce
La promessa principale che il contenuto dovrà mantenere
Un esercizio utile è scrivere 10 versioni diverse dello stesso titolo, per poi selezionare quella che risuona meglio. Siti come CoSchedule Headline Analyzer possono aiutarti a valutare la forza emotiva e il potenziale di performance di un titolo.
Il titolo non deve mai ingannare
C’è una linea sottile tra titolo persuasivo e clickbait, e non andrebbe mai oltrepassata. Il clickbait attira clic con una promessa esagerata o fuorviante. Risultato? L’utente si sente tradito, abbandona subito la pagina e non tornerà.
Un buon titolo invece:
Promette in modo onesto
Invita alla lettura
Prepara il terreno a un contenuto che soddisfa davvero le aspettative
Questo approccio premia nel lungo termine: migliora la reputazione del sito, aumenta i backlink spontanei e incentiva la condivisione.
Per approfondire l’impatto negativo del clickbait, ti consiglio questo studio del Nieman Lab che mostra come gli utenti sviluppino “anticorpi” contro titoli troppo sensazionalistici.
Il titolo ha un peso SEO determinante
Un titolo ben scritto può migliorare in modo significativo il posizionamento nei risultati di ricerca. Per essere SEO-friendly, un titolo deve:
Includere la parola chiave principale (possibilmente all’inizio)
Mantenere una lunghezza tra i 50 e i 60 caratteri
Usare verbi forti e parole specifiche
Evitare termini generici o ambigui
Per un approfondimento tecnico, leggi la guida di Moz sui title tag, uno dei riferimenti più autorevoli in tema di SEO.
Titoli per canali diversi: un adattamento necessario
Un titolo deve essere pensato in funzione del canale in cui verrà pubblicato:
Google → deve rispettare le regole del title tag, ottimizzato per i motori di ricerca
Social Media → deve essere accattivante e diretto, con forte carica emotiva
Newsletter → si presenta come oggetto email, quindi deve stuzzicare subito la curiosità
YouTube → deve invogliare al clic in pochi secondi, spesso abbinato a una thumbnail
Ogni canale ha le sue logiche, ma tutti condividono un principio: se il titolo non attrae, il contenuto non verrà mai scoperto.
Conclusione del Capitolo 1
Il titolo non è un abbellimento, non è un dettaglio: è il cuore strategico del contenuto. È la prima cosa che l’utente legge, e quasi sempre anche quella su cui basa la decisione di cliccare. Scrivere buoni titoli richiede competenza, empatia e metodo.
Un buon titolo non promette sogni impossibili, ma risponde a bisogni reali. E soprattutto, apre la porta a una relazione di fiducia con il lettore.
Capitolo 2 – Cosa rende un titolo irresistibile: analisi tecnica e psicologica
Se nel primo capitolo abbiamo capito quanto il titolo sia importante, ora è il momento di chiederci: perché un titolo funziona?
Cosa lo rende davvero irresistibile per chi legge? La risposta sta nell’unione di meccanismi cognitivi, principi di copywriting e strategia digitale.
In questo capitolo entriamo nel dettaglio di come funziona la mente dell’utente, quali stimoli attirano la sua attenzione, e come usarli con intelligenza e rispetto.
Il cervello decide prima della coscienza
Diversi studi di neuroscienze dimostrano che il nostro cervello prende decisioni in pochi decimi di secondo, spesso prima ancora che ce ne rendiamo conto. Questo vale anche nella lettura di un titolo.
Il lettore non legge parola per parola: scansiona.
Secondo la celebre ricerca di Nielsen Norman Group (fonte), le persone leggono le pagine web con uno schema a F, e il titolo è il primo elemento che viene processato.
Perciò, un buon titolo deve:
Usare parole chiave forti già all’inizio
Avere una struttura chiara e leggibile
Comunicare un beneficio immediato
Le 5 leve psicologiche che aumentano i click
Per capire come scrivere un titolo potente, possiamo usare alcune leve psicologiche ben note nel copywriting e nel marketing comportamentale.
1. Curiosità
L’essere umano ha un bisogno naturale di chiudere i cerchi aperti. I titoli che lasciano qualcosa in sospeso stimolano la lettura per “completare il quadro”.
Esempio: Il trucco che nessuno ti ha mai detto per aumentare le vendite online
Leggi di più sulla teoria della lacuna dell’informazione
2. Anticipazione di beneficio
Il lettore deve intravedere un vantaggio personale concreto. Il titolo non parla di te, ma di cosa il lettore otterrà.
Esempio: Come risparmiare 3 ore al giorno con una semplice routine mattutina
3. Autorità implicita
Titoli che suggeriscono esperienza, dati, risultati provati trasmettono credibilità. Spesso bastano frasi come secondo gli esperti, studi dimostrano, o l’indicazione di numeri precisi.
Esempio: 7 strategie SEO che hanno aumentato il traffico del 231% (case study reale)
Approfondimento: Backlinko – SEO Case Studies
4. Urgenza
L’urgenza spinge all’azione. Parole come “ora”, “subito”, “non perdere”, “solo oggi” aumentano il tasso di clic, se usate con moderazione.
Esempio: Ultima possibilità: come sfruttare LinkedIn per trovare clienti prima del 2025
Scopri come usare la scarcity nel marketing
5. Chiarezza e semplicità
Un errore comune è pensare che un titolo più complesso sia più “autorevole”. In realtà, vince sempre il titolo più chiaro.
Ecco una regola d’oro: scrivi per un lettore stanco e distratto.
Deve capire tutto in un colpo solo.
Struttura e forma: come costruire un titolo vincente
Un titolo efficace spesso segue uno di questi schemi collaudati:
Numero + Promessa
10 idee per migliorare la tua produttività in meno di 5 minuti al giorno
Domanda provocatoria
Stai commettendo questi 3 errori ogni volta che scrivi una newsletter?
Come fare [X] senza [Y]
Come trovare nuovi clienti senza investire in pubblicità
Guida completa / checklist / passo-passo
La guida definitiva per scrivere post su LinkedIn che convertono
Queste strutture funzionano perché sono riconoscibili, dirette e rassicuranti. Il lettore sa cosa aspettarsi.
Il ruolo del linguaggio: parole che attirano l’attenzione
Nel copywriting, alcune parole sono definite power words, perché creano un impatto emotivo immediato. Eccone alcune che funzionano molto bene nei titoli:
Gratis
Segreto
Nuovo
Scoperta
Facile
Veloce
Provato
Immediato
Strategia
Checklist
Risorsa utile: List of 700+ Power Words by Smart Blogger
Ovviamente, non basta usare parole potenti a caso. Vanno contestualizzate, coerenti con il tono, e sempre vere rispetto al contenuto che seguirà.
L’importanza del contesto: a chi stai parlando?
Un buon titolo non è universale: funziona solo se parla al tuo pubblico specifico.
Chi è il tuo lettore ideale?
Di cosa ha paura? Cosa desidera?
Qual è il suo livello di conoscenza dell’argomento?
Scrivere titoli senza conoscere il proprio pubblico è come urlare nel vuoto. Tutto parte dalla definizione delle buyer personas. Se ti serve una guida per crearle, ecco un ottimo punto di partenza:
👉 Come creare Buyer Personas – HubSpot
Testare per imparare: nessun titolo nasce perfetto
Anche i titoli migliori possono migliorare. Per questo è fondamentale testare.
Se hai un blog o usi strumenti di email marketing, puoi fare A/B test (due versioni di titolo, una diversa per metà del pubblico). Anche sui social, puoi ripubblicare lo stesso contenuto con un titolo diverso per vedere quale performa meglio.
Alcuni strumenti utili:
Google Optimize (finché sarà disponibile)
In sintesi: il titolo è una miniatura della tua strategia
Un titolo irresistibile nasce da:
Conoscenza del lettore
Scelta delle parole giuste
Un mix di curiosità, chiarezza e valore
Test e adattamenti continui
Ogni volta che scrivi un nuovo titolo, pensa:
“Lo leggerei? Cliccherei? Lo consiglierei?”
Se la risposta è sì, sei sulla buona strada.
Capitolo 3 – Il potere delle emozioni nei titoli e come usarlo bene
Se c’è una cosa che i titoli più cliccati hanno in comune, è questa: generano un’emozione immediata.
Nella scrittura persuasiva, l’emozione non è un ornamento, ma un motore decisionale. I nostri click non sono quasi mai razionali: li facciamo perché ci sentiamo attratti, incuriositi, scossi o coinvolti.
In questo capitolo esploriamo perché l’emozione fa la differenza, quali emozioni funzionano meglio nei titoli, e come usarle in modo autentico, etico e strategico.
Perché l’emozione fa cliccare?
Gli psicologi lo chiamano decision-making emozionale.
Secondo lo studio di Antonio Damasio, celebre neurologo e autore de L’Errore di Cartesio, le emozioni sono essenziali per prendere decisioni complesse. Anche sul web.
Quando vediamo un titolo, il nostro cervello limbico (la parte emotiva) reagisce prima ancora che la parte logico-razionale entri in azione.
Approfondisci con questa sintesi di Harvard Business Review
Un titolo freddo, neutro, senza emozione, non genera risposta.
Uno che invece colpisce la nostra sfera affettiva ci fa fermarsi, leggere, cliccare.
Le 6 emozioni che rendono i titoli irresistibili
Ecco le emozioni che, secondo anni di studi e test A/B, funzionano meglio nella scrittura di titoli efficaci:
1. Meraviglia (o sorpresa)
Titoli che mostrano qualcosa di inaspettato, curioso, che rompe uno schema.
Non avresti mai immaginato che bastasse questo per triplicare le vendite
2. Paura (soft)
Non allarmismo, ma quel pizzico di “attenzione!” che fa scattare l’interesse.
5 errori che stanno sabotando il tuo sito senza che tu lo sappia
Vuoi approfondire? Ecco uno studio sulla Fear Appeal nel marketing
3. Speranza
Titoli che promettono un miglioramento, un cambiamento, una possibilità.
Come trasformare il tuo blog in una fonte di reddito costante (anche se parti da zero)
4. Appartenenza / Identità
Titoli che fanno sentire il lettore parte di un gruppo o che parlano direttamente a lui.
Se sei un freelance stanco di fare tutto da solo, questo è per te
5. Felicità / Soddisfazione
Titoli positivi, motivanti, che ispirano e fanno immaginare un esito felice.
Scopri il metodo che ha reso il mio lunedì il giorno più produttivo della settimana
6. Rabbia / Indignazione (usata con cura)
Può essere molto potente, ma va usata in modo responsabile.
Perché i social ci stanno rubando il tempo – e come riprendercelo
Leggi l’analisi di Buffer sull’emozione nei contenuti virali
Esempi pratici: stesso argomento, emozione diversa
Prendiamo lo stesso tema – aumentare il traffico di un blog – e vediamo come si può declinare in chiave emozionale.
Paura: Perché il tuo blog non riceve traffico? Ecco gli errori più gravi che forse stai facendo
Speranza: Come portare 10.000 visitatori al tuo blog in 90 giorni (senza advertising)
Meraviglia: Il trucco SEO di 10 minuti che ha fatto esplodere il mio blog
Identità: Cose che solo i blogger frustrati capiranno (e come uscirne)
Felicità: Il giorno in cui ho superato le 100.000 visite – e cosa ho imparato
Noti la differenza? Stesso contenuto potenziale, ma impatto completamente diverso sul lettore.
Come usare le emozioni in modo etico
L’uso dell’emozione nei titoli non deve mai diventare manipolazione.
La regola d’oro è: non promettere ciò che il contenuto non mantiene.
Evita frasi tipo:
Questo trucco ti cambierà la vita (a meno che non sia davvero così)
Nessuno ti ha mai detto questo (quando magari l’hanno già detto in tanti)
Invece, punta su:
Emozioni concrete, contestualizzate
Promesse oneste, supportate da valore reale
Tono coerente con la tua brand voice
Se usi la paura, per esempio, offri subito anche una via d’uscita: una soluzione, un consiglio, un’alternativa.
La fiducia dell’utente è più preziosa di un click in più.
Strumenti per misurare il potere emotivo di un titolo
Per verificare quanto un titolo sia “emozionale”, puoi usare alcuni tool gratuiti online:
Advanced Marketing Institute Headline Analyzer – valuta l’impatto emotivo del titolo
CoSchedule Headline Analyzer – fornisce punteggi e suggerimenti
Sharethrough Headline Analyzer – utile per titoli orientati alla pubblicità e ai social
Usali come strumenti di supporto, non come sostituti della tua sensibilità umana. Le emozioni vanno percepite prima di essere misurate.
Quando l’emozione non basta
Attenzione però: l’emozione deve essere solo uno dei tre pilastri del titolo. Gli altri due sono:
Chiarezza
Promessa di valore
Un titolo emotivo ma vago non converte.
Un titolo chiaro ma piatto non attira.
Il segreto è il giusto equilibrio.
Esempio:
❌ Ti stupirà questo metodo → troppo vago
✅ Il metodo (sorprendente) che mi ha fatto risparmiare 10 ore a settimana → chiaro + emozionale
Checklist: come inserire emozione in un titolo senza esagerare
✔ Usa aggettivi forti ma mirati (inaspettato, efficace, silenzioso, segreto)
✔ Inserisci verbi che evocano azione ed emozione (scopri, trasforma, evita, ottieni)
✔ Visualizza l’effetto sul lettore: “Cosa sentirà leggendo questo titolo?”
✔ Verifica se l’emozione è aderente al contenuto reale
✔ Prova diverse versioni e chiedi feedback a colleghi o utenti reali
Capitolo 4 – I 10 modelli di titolo ad alto impatto da usare (e adattare) subito
Dopo aver esplorato l’importanza dell’emozione, la psicologia dei titoli e le leve cognitive, è il momento di entrare nel cuore pratico della scrittura dei titoli: i modelli strutturali.
Esistono formati di titolo che funzionano in modo quasi “scientifico” perché sfruttano abitudini mentali, aspettative del lettore e codici linguistici familiari.
In questo capitolo ti mostro i 10 template più efficaci, con esempi concreti, consigli pratici e link utili per approfondire o ispirarti.
1. [Numero] + [Parola chiave] + [Beneficio]
È il titolo “classico” delle liste. Funziona perché:
Semplifica la fruizione (liste = leggibilità)
Promette un contenuto strutturato
Mostra subito valore
Esempio:
7 strumenti gratuiti per aumentare il traffico del tuo blog
✅ Inserisci un numero dispari (psicologicamente percepito come più naturale)
✅ Specifica sempre il vantaggio che il lettore otterrà
Leggi di più su come le liste migliorano la leggibilità su Copyblogger
2. Come fare [X] in [tempo] / senza [problema]
Formato iper-funzionale, risponde al bisogno di soluzioni rapide e pratiche.
Esempi:
Come scrivere un articolo SEO in meno di 60 minuti
Come guadagnare con l’affiliate marketing senza avere un sito web
✅ Ottimo per tutorial, guide passo-passo, life hacks
✅ Il “senza [problema]” tocca la paura latente del lettore
Approfondisci: Neil Patel – How-to Headlines
3. Cosa fare quando [problema comune]
Questo titolo anticipa una situazione frustrante e offre una soluzione immediata.
Esempio:
Cosa fare quando nessuno apre le tue newsletter
✅ Crea empatia
✅ Promette contenuto risolutivo
Spunto utile: The Content Strategist – Using Empathy in Content Marketing
4. Il segreto di [risultato] che [persona/gruppo] non ti svela mai
Gioca sulla leva della curiosità, ma anche del “privilegio”: sapere qualcosa che altri non sanno.
Esempio:
Il segreto dei copywriter professionisti per scrivere titoli che convertono
✅ Usalo solo se il contenuto è davvero originale o poco noto
✅ Evita l’effetto “clickbait”: mantieni sempre la promessa
Approfondimento: Moz – Clickbait vs. Quality
5. Guida definitiva a [tema] per [target specifico]
Ottimo per contenuti lunghi, evergreen, pillar page.
Il lettore capisce subito che troverà tutto quello che gli serve, in un’unica risorsa.
Esempi:
Guida definitiva alla SEO per freelance
La guida completa per creare un piano editoriale su Instagram
✅ Ideale per articoli da linkare (ottimo per la SEO)
✅ Funziona bene anche su Google Discover
Leggi come usare le pillar page in ottica SEO su Ahrefs
6. Perché [evento / problema] e cosa puoi fare a riguardo
Unisce una parte informativa a una parte d’azione. Ottimo per articoli di scenario, attualità o trend.
Esempio:
Perché l’algoritmo di Instagram penalizza i tuoi post e cosa fare per evitarlo
✅ Mostra che sei aggiornato
✅ Fa leva su paura + speranza
7. [X] cose che avrei voluto sapere prima di [azione / esperienza]
Formato personale, spesso usato nei blog esperienziali o post in stile storytelling.
Esempio:
10 cose che avrei voluto sapere prima di aprire il mio primo ecommerce
✅ Ottimo per creare empatia e autorità insieme
✅ Funziona benissimo anche su YouTube o newsletter
Link ispirazionale: Storytelling per il Personal Branding – Ninja Marketing
8. Il metodo [nome] che sta rivoluzionando [settore]
Usato per casi studio, format esclusivi, esperienze personali. Il lettore è incuriosito dalla novità e dalla prova sociale.
Esempio:
Il metodo Tre-Step che ha aumentato del 400% le iscrizioni alla mia newsletter
✅ Perfetto per lead magnet o conversioni
✅ Può diventare un format replicabile (es. “Metodo Sprint”, “Formula 4x”…)
Approfondisci: Case Study – GrowthHackers
9. [Domanda provocatoria]
Il cervello non sopporta lasciare una domanda aperta, quindi la risposta è… cliccare!
Esempio:
Sai davvero come funziona il content marketing nel 2025?
✅ Funziona soprattutto sui social
✅ Attira attenzione se la domanda è inaspettata o controintuitiva
Suggerimento: vedi anche BuzzSumo’s top headline formats
10. Cosa [esperto/famoso] fa ogni giorno per [risultato]
Autorità + esempio concreto = magnete per l’attenzione.
Esempi:
Cosa fanno ogni giorno gli imprenditori digitali per rimanere produttivi
Come scrive le sue email Tim Ferriss (e cosa possiamo imparare)
✅ Usa figure riconoscibili (ma sempre in modo onesto e contestuale)
✅ Ottimo anche per creare contenuti con backlink autorevoli
Ispirati con: Tim Ferriss Blog
Capitolo 5 – Scrivere titoli SEO senza sacrificare la creatività
Uno degli errori più comuni nella scrittura di titoli è credere che SEO e creatività siano in conflitto. In realtà, i migliori titoli sono quelli che riescono a unire strategia e ispirazione, ottimizzando il posizionamento senza perdere l’impatto sul lettore.
In questo capitolo vediamo come costruire titoli SEO-friendly che non sembrino scritti per un algoritmo, ma per persone reali.
Cos’è un titolo SEO (davvero)
Un titolo SEO è un titolo ottimizzato per i motori di ricerca, pensato per aiutare il contenuto a posizionarsi tra i risultati organici. Ma attenzione: non significa infarcirlo di keyword, bensì trovare un equilibrio tra:
Parole chiave principali
Intento di ricerca
Attrattiva per l’utente
Formato leggibile e coerente
Un buon titolo SEO non deve sembrare robotico. Deve suonare naturale, chiaro, coinvolgente.
Dove si posizionano le keyword nel titolo
L’ideale è inserire la keyword all’inizio del titolo, o almeno nella prima metà. Google tende a dare più peso alle parole iniziali, e l’occhio umano fa lo stesso.
Titolo efficace: Titoli SEO: come scriverli per ottenere più click
Titolo debole: Come ottenere più click grazie a titoli SEO efficaci
Il secondo è corretto, ma meno diretto. Il primo è più focalizzato.
Tuttavia, se un titolo suona forzato con la keyword davanti, è meglio essere naturali che spingere una struttura artificiale.
Intenzione di ricerca: il vero segreto del posizionamento
Prima ancora della keyword, bisogna capire perché una persona cerca quel termine.
Ad esempio:
Cerca una guida?
Vuole una lista di risorse?
Ha bisogno di una definizione rapida?
Sta cercando una comparazione?
Scrivere un titolo SEO significa allinearsi perfettamente all’intento di chi cerca, usando la forma che risponde a quella domanda implicita.
Approfondisci su Backlinko – Search Intent
Elementi di un titolo SEO efficace
Keyword principale (usata in modo naturale)
Chiarezza (cosa otterrà il lettore)
Emozione o leva motivazionale
Lunghezza ottimale (55-65 caratteri circa)
Promessa credibile
Se uno di questi elementi manca, il titolo potrebbe risultare piatto o perdere potere in SERP.
Strumenti utili per ottimizzare i titoli
Google Keyword Planner – Per analizzare volumi di ricerca e keyword correlate
Answer The Public – Per generare domande e ricerche frequenti
Ubersuggest – Per analizzare keyword e suggerimenti
CoSchedule Headline Analyzer – Per bilanciare SEO ed emozione
Yoast SEO (per WordPress) – Ottimo plugin per valutare in tempo reale il titolo SEO e la meta description
Quando vale la pena “sacrificare” un po’ di SEO
Ci sono casi in cui il titolo più efficace per l’utente non è quello più ottimizzato per Google. E va bene così, se il tuo obiettivo è:
Aumentare il tempo di permanenza sul sito
Rafforzare il brand voice
Migliorare le condivisioni social
Ad esempio, un titolo creativo come:
Il giorno in cui il mio blog ha superato ogni aspettativa
Potrebbe funzionare molto bene in una newsletter o su LinkedIn, anche se meno SEO-oriented.
In questo caso puoi compensare ottimizzando lo slug, il meta title o i sottotitoli (H2) nel testo.
Scopri come usare meta title e H2 a tuo vantaggio su Search Engine Journal
5 buone pratiche per fondere SEO e storytelling
Scrivi per persone, poi ottimizza per Google
Evita il keyword stuffing: una keyword ben usata vale più di tre forzature
Usa keyword secondarie e sinonimi nei sottotitoli (H2)
Ottimizza anche l’URL (in WordPress è facile)
A/B test dei titoli: usa strumenti come Title Experiments per capire cosa funziona meglio
Un caso concreto
Supponiamo che tu voglia scrivere un articolo su come aumentare i follower Instagram.
Ecco tre versioni del titolo, con l’analisi:
❌ Come aumentare follower su Instagram
→ Troppo generico, saturo, poco distintivo✅ Come aumentare i follower su Instagram nel 2025 (senza sponsorizzare)
→ SEO + aggiornamento + promessa concreta✅ Instagram: 5 strategie per far crescere il tuo profilo senza pubblicità
→ Alternanza di keyword + lista + focus sul beneficio
Entrambi i titoli finali uniscono: SEO, valore e appeal.
